20.3.06

La convivialità dei cappotti

"In genere, il signor Périer frequenta poco le chiese; si è disgustato di quei luoghi per il sentimento irresistibile di uno scarto fatale fra ciò che avrebbero la pretesa di essere e ciò che sono. Che sono questi luoghi di amicizia, di amore, di convivialità - e per quale prodigioso banchetto! - nei quali non ci si toglie neppure il cappotto? E il linguaggio che vi si parla gli è sempre sembrato convenzionale, vi si dice quel che vi si deve dire, e di colpo non si coglie neppure più l'enormità di ciò che ci si lascia sfuggire, così tramite queste parole che se ne vanno a rotolare sotto le volte. Sant'Iddio, se intendessero ciò che dicono, lo stupore li bloccherebbe! La traduzione in francese (per noi in italiano, ndr) non ha sistemato nulla; la patina del latino è scomparsa, ora è a nudo, al vivo. Ed è una mescolanza incredibile di pi banalità e del più sconvolgente, l'eco lontana, attutita, di una parola che era la fine di questo mondo".
MAURICE BELLET I viali del Lussemburgo, Servitium editrice 1997, pag. 64