11.4.13

Presentazione del Libro "Riabitare la realtà" con Etain Addey


Quest'estate ho camminato per diversi chilometri.
Sulle creste degli appennini, nella valle del tevere, in Umbria.
A Pratale mi sono fermato, alcuni giorni.
Mi chiamava, ed è stato il nodo dove ho scoperto il motivo del mio viaggio. Dove, come sempre accade, ho scoperto quello che cercavo, e mi sono reso conto che era a casa mia. Questa volta più di altre.

Ed ora questo dono, sotto umane spoglie, viene nella nostra terra.
Etain presenterà l'ultimo libro di una filosofa inglese, che attraverso un pensiero che prende corpo e abita i luoghi che attraversa, ci aiuta ad abitare in modo nuovo, profondo, sacro, la terra, a partire dal luogo dove siamo. Forse non occorre andare lontani.
Occorre soprattutto rendersi conto della malattia, fermarsi, guardare con occhi nuovi quello che c'è accanto a noi.

Vi aspetto tutti, alla Libreria Terzo Mondo di Seriate, il 20 aprile 2013, alle ore
 18. Ciao!

13.6.11

Mi ubriaco d'acqua

C'è davvero da ubriacarsi, oggi.
Non ci ero più abituato,
non ci eravamo più abituati.
Finalmente una folata d'aria fresca,
la speranza ci accarezza,
forse i cuori non soccombono del tutto
sotto la notte della dittatura culturale.
E' così che si vive,
così che si fa festa.
Per una volta un voto
parla della vita,
è urlo di speranza.
Bello che sia per un referendum più che per le politiche,
che sia una vittoria della società civile.
L'Italia s'è desta,
a bassa voce cantata nei luoghi
dove viviamo e sogniamo,
schiavi ma per fortuna non del tutto,
non più servi ma uomini liberi
tra pari, dove la moralità torni a far sentire la sua voce,
dove la giustizia osi riprendere la piacevolezza del suo suono.
E l'acqua, sorella nostra,
ad inebriare i nostri legami.
Acqua ad inebriarci e non altro.
Acqua che è condivisione,
che non si può dividere
e che vive dello scambio.
Grazie italiani,
sono nuovamente fiero di abitare qui.
Sotto la cenere la brace è viva,
respira.
Attendiamo il fuoco,
che venga,
che gli diamo spazio,
che canti.
Auguri a tutti,
questo sia solo l'inizio.

31.5.11

Primavera

Finalmente un rigurgito di primavera, nella grigia Milano!!
Continuo a pensare che il cambiamento sia qualcosa di profondo, che non può bastare certo un'elezione, che ciò che conta è la liberazione che le persone fanno dentro se' e nei luoghi dove vivono.
Tuttavia le parole di ieri sera di Pisapia mi hanno emozionato. Finalmente un uomo che parla di cose importanti, si emoziona, esprime sogni concreti e pensa, con la sua piazza, ad un modo diverso di essere.
Mi auguro che l'entusiasmo non ceda il passo ai soliti giochi di potere (almeno non troppo), alle spartizioni, ai patteggiamenti - per esempio con cl....
Intanto però, onestamente, sono contento.
E Napoli che elegge un magistrato. Può essere l'inizio di un cambiamento anche sul piano politico, non nel semplice spostamento da destra a sinistra, che proprio non mi da motivo, per se', di allegria... Ma il cambiamento da una società del menefreghismo ad una società che, con i suoi limiti, abbia voglia di fare, sognare, creare e condividere.

Buongiorno Milano, Buongiorno Italia

7.5.11

L’uccisione di Bin Laden. Quando un popolo festeggia la morte

L’uccisione di Bin Laden. Quando un popolo festeggia la morte
di Jean-Marie Muller
Nella tarda serata del 1° maggio. il Presidente Obama dichiara in televisione: «Sono in grado di annunciare agli Americani e al mondo che gli Stati Uniti hanno condotto un’operazione che ha ucciso Osama Bin Laden (…) Giustizia è fatta. Justice has been done.». Sì, ma quale giustizia è stata fatta? (continua)

http://serenoregis.org/2011/05/luccisione-di-bin-laden-quando-un-popolo-festeggia-la-morte-jean-marie-muller/

3.5.10

Casa-laboratorio di Convivialità

Ciao a tutti,

Vi scrivo con un po' di trepidazione un messaggio e un invito per me importantissimo.
Chiedo pertanto a ciascuno di voi di sentirsi interpellato direttamente da questo messaggio.

Sono in fase di progettazione e di realizzazione di un “sogno” a cui tengo molto e che sento utile per me e per molti altri.

L'idea è di trovare e/o costruire una casa, una “casa-laboratorio di convivialità”.
Un luogo dove, senza etichette né istituzionalizzazioni, ci si possa incontrare per coltivare la terra, approfondire tematiche, confrontarsi, fare festa, sperimentare modi di incontrarsi e di vivere in una forma spontanea e creativa.

Con l'aiuto di alcuni amici vorrei trovare una casa da abitare che sia contemporaneamente “attraversabile” e “vivibile” da altri, in luogo in cui la rete delle relazioni (il filo rosso!!) di questi anni – e di quelli a venire - possa avere occasioni di fecondità nelle forme che la vita presenterà.
(Per chi volesse approfondire e per non appesantire la mail allego qui in fondo un testo iniziale di presentazione, che potete lasciare anche ad altre persone. Il passaggio più importante è la lista di “orizzonti di riferimento” )

Per fare questo – soprattutto per farlo a Bergamo – ho bisogno del vostro aiuto.

L'operazione richiede l'acquisto, da parte di un'associazione, di un luogo idoneo per il progetto.
La proprietà della casa rimarrà dell'associazione che se ne farà garante, mentre l'usufrutto e il progetto verranno affidati a me.
A causa della sua particolarità (determinata da orizzonti di riferimento, non da obiettivi specifici) ho scelto di non richiedere soldi e finanziamenti ad enti o altro, perché non vincolassero in una direzione univoca le possibilità di questa casa. Sono convinto inoltre che convenga e sia bello affidarsi e credere nelle persone.
Cerco in voi persone che – liberamente! - abbiano voglia, per quel che possono, di “scommettere” su questa nuova avventura.

L'aspetto più difficile è quello economico.
Chiedo quindi a ciascuno di aiutarci a raggiungere una cifra sufficiente per sviluppare il progetto.
I modi per farlo sono due: potete sceglierne uno o entrambi.

1)sostenere da subito economicamente il progetto facendo un'offerta diretta. Se di piccole dimensioni direttamente a me, se più consistente versando l'importo su questo conto, con la causale (mi raccomando mettetela!) “casa laboratorio”: IT 46 L 02008 11111000 100149403 intestato a “Forlani Gianpiero”. Appena possibile ne faremo uno “ad hoc”, per ora utilizzate questo specificando bene la causale.

2)Facendovi voi stessi promotori della raccolta fondi. Le modalità possono essere le più diverse, ed è importante che ciascuno – in relazione alle sue risorse e ai suoi contatti – trovi quella più consona a sé. Alcuni suggerimenti arrivati fin'ora: lotterie con in palio oggetti di valore che a voi non servono, cene, tornei o eventi di finanziamento, vendita di oggetti che non si usano, “dirottamento” da nonne e zie di offerte di beneficenza, offerta in sostituzione dei regali di compleanno, vendita di torte o di ravioli...

Per ora troverete aggiornamenti sul mio blog: http://radicalelibero.blogspot.com . Appena possibile ci sarà un sito specifico.

Come termine ideale della raccolta ci si dà dicembre 2010.

Chiedo a chi voglia darmi una mano (importante!!) anche nella “modalità 2” di supporto attivo di mandarmi una mail, in modo che possiamo rimanere in contatto più stretto.

Entro una ventina di giorni ho in previsione di fare una serata per tutti in cui presentare il progetto in modo più approfondito per chi volesse, vi chiedo però di partire da ora perché il lavoro da fare è tanto!

Potete diffondere il messaggio a chiunque pensate possa essere interessato, a volte le risposte positive arrivano da persone anche lontane da cui non ve lo sareste aspettato.

Fiducioso e convinto che questo sogno si realizzerà anche per merito vostro vi ringrazio sin d'ora.

Buone giornate!!

Giampietro



TESTO DI PRESENTAZIONE CHE SI PUO' DARE A COLORO A CUI SI CHEDE L'OFFERTA

Casa-laboratorio di convivialità

Uno spazio abitato dove persone ed esperienze diverse possano incontrarsi ed intrecciarsi in virtù delle relazioni che li connettono, in semplicità e nello stile – in ogni aspetto del progetto – della “convivialità”, così come intesa da queste parole di Ivan Illich:

« Ognuno di noi si definisce nel rapporto con gli altri e con l'ambiente e per la struttura di fondo degli strumenti che utilizza. Questi strumenti si possono ordinare in una serie continua avente a un estremo lo strumento dominante e all'estremo opposto lo strumento conviviale: il passaggio dalla produttività alla convivialità è il passaggio dalla ripetizione della carenza alla spontaneità del dono. [...] Il rapporto industriale è riflesso condizionato, risposta stereotipa dell'individuo ai messaggi emessi da un altro utente, che egli non conoscerà mai, o da un ambiente artificiale, che mai comprenderà; il rapporto conviviale, sempre nuovo, è opera di persone che partecipano alla creazione della vita sociale. »

Il nostro territorio presenta diverse esperienze positive di luoghi di incontro e/o di approfondimento culturale. Non vorrei aggiungere a queste un nuovo “centro”, ma costruire uno spazio che proprio in virtù dell’essere “casa” possa accogliere le persone per il legame che esse hanno con chi la abiterà, e con gli amici che la terranno viva.

Il progetto – fuori da ogni schema istituzionale in senso classico, ma con lo stile della gratuità - si propone di trovare e costruire – in ogni senso – una casa dove dare spazio a piccoli progetti dove sia la convivialità lo stile e l’obiettivo finale. Per tale motivo il progetto è “senza progetto”, non ha degli obiettivi precisi (che possono cambiare in relazione al contesto sociale e a chi lo attraverserà) ma ha degli orizzonti di riferimento che ne caratterizzano lo stile prima che le specifiche attività:

ORIZZONTI DI RIFERIMENTO

legame con il territorio
agricoltura naturale di sostentamento
piccole esperienze artigianali e di autocostruzione
confronto e approfondimento culturale
dialogo intra e interreligioso
sperimentazione di nonviolenza attiva
ecosofia nella progettazione ed esecuzione sia dell’architettura che di tutto lo spazio rurale
oasi di riflessione e spazio di silenzio
luogo di incontro e di confronto
luogo di pratiche di vita sociale e di pratiche di vita sostenibile

Oltre allo spazio per l'abitazione, la casa avrà diverse stanze e luoghi a disposizione di chi voglia, lì, proporre esperienze e piccoli progetti che siano in linea con gli orizzonti sopra presentati. La casa si muoverà principalmente con lo stile dell’autogestione, della condivisione degli spazi. Si manterrà in seguito attraverso baratto ed offerte in denaro.

La funzione dell'associazione sarà quella di essere fisicamente proprietaria della casa e/o del terreno, la mia funzione sarà quella di “custodirla”: di essere in qualche modo anima “sul confine” che possa essere a servizio delle connessioni, dell’incontro tra persone e sogni, della cura del terreno e della casa.

Il progetto ha bisogno sin d'ora dello stile di convivialità. Credo che esso possa nascere con il sostegno delle persone a un sogno che, anche se non sarà il loro, vogliono sostenere perché la nostra terra possa essere da subito un luogo più conviviale. Potete dare il vostro contributo attraverso un'offerta volontaria, la promozione e la ricerca di offerte o – da valutare nei casi singoli - acquisto di una quota di nuda proprietà.

Ogni contributo grande o piccolo è un tassello non solo economico o fisico, ma soprattutto di energia buona. Anche da questo dipenderà la buona riuscita di un sogno forse un po’ folle, ma che anche per questo ha il sapore della vita.


Grazie a tutti!


Giampietro

17.6.09

28 giugno 1009: "Festa del filo rosso" alla Cà del fìc

Signore e signori… amiche e amici…
Buongiorno!

Vi scrivo per farvi un bell’invito:
il prossimo 28 giugno, domenica, sarà il mio compleanno. Fin qui nulla di strano, ma quest’anno compirò 33 anni. Fuori da similitudini e battute pseudo cristologiche non sto per morire o altro (almeno credo), semplicemente mi sembrava un numero troppo simbolico per lasciarlo scappare.
Il 3 è il numero della trasformazione, della rinascita, della conversione, della nuova vita ecc… E i miei anni sono due volte 3!
L’idea non è di fare una festa di compleanno ma qualcosa in più… una “festa del filo rosso”, un momento in cui trovarsi e, con molta semplicità, ringraziare di tutte le relazioni e le connessioni che mi/ci hanno tenuto vivi in questi anni…
Ci troveremo alla Cà del fìc, potete cominciare a venire dalle ore 9 del mattino fino (per i più coraggiosi) a notte inoltrata. Non ci sarà un momento in cui per forza dovremo esserci tutti, anche se –ovviamente- un ruolo particolare ce l’avranno il pranzo, il pomeriggio e la sera.
La mattina avrò bisogno di una piccola mano per cambiare l’inclinazione dei pannelli solari e coprire il palo arrugginito di catramina (x Davide: non è che riesci a creare la lunga punta di trapano per quel giorno?). Per il resto nessun LAVORO, è giorno di festa.
Se il tempo sarà stato con noi faremo una piccola opera, pratica e simbolica: taglieremo il farro e pianteremo il mais (indicativamente la mattina se saremo in tanti o il tardo pomeriggio), come segno di rinascita. Per questo è bene che chi ha un falcetto, anche piccolo, se lo porti dietro, oltre a un punteruolo di circa 1,5 cm di diametro per fare il buchetto che serve a piantare mais e fagioli. Se siamo in tanti, come credo, non sarà un lavoro ma un piccolo rito, ognuno farà non più di una decina di buchetti.
Dato che non so quanti saremo ma credo non basteranno le sedie, vi invito a procurarvi un lenzuolo o qualcosa del genere da appoggiare sul prato e sedervi in ogni dove.
Per quando riguarda le cibarie proporrei così: ognuno porti il cibo “quanto basta a sé” (tipo pranzo al sacco), poi lo condivideremo e si moltiplicherà, ma invito a non applicare la formula “ognuno porta qualcosa” perché altrimenti avanzerebbe davvero troppo. Quindi non siate taccagni ma neanche esagerati. Per bere: l’acqua della sorgente c’è, toccherà fare un po’ di viaggi… magari portatevi dietro una o due bottiglie vuote da riempire. Se portate bibite affari vostri, ma LA SPAZZATURA SI RIPORTA A VALLE. Il vino è, ovviamente, benvenuto, la birra anche (si può mettere nella sorgente o, qualche bottiglia, in frigo). Ma non bevete troppo che non voglio soccorrere nessuno, vorrei una festa, non uno sfascio!!
Se ne avete voglia portate qualche strumento e vediamo cosa accade… X Giusi e Alberto e il “cespuglio folk”: per il me il massimo della musica per far festa siete voi, ma sentitevi liberi anche di non portar nulla visto che dovrete suonare già mattina e sera, se invece vi fa sagra… evviva!
Qui sotto trovate riassunto delle cose da portare e le indicazioni per arrivare alla Cà del Fìc.
Potete venire quando vi pare e rimanere quanto vi pare.
Questione tecnica: il parcheggio al castello non può ospitare troppe macchine, quindi quando possibile potete organizzarvi per venire in gruppi, o salire in moto o in bici o a piedi?
Credo di avere scritto tutto…

Ci vediamo il 28!

P.S: E’ evidente che, conoscendomi, il regalo siete voi che venite e che rendete festa la festa. Di scrupoli di coscienza tipo “dovrò pur portargli qualcosa” non mi importa proprio un piffero. Venite liberi! Vi chiedo di rispondermi prontamente solo nel caso siate SICURI che non ci sarete, per il resto potete improvvisare!



Sintesi cose da portare:

- “punteruolo” di legno (duro) o ferro per seminare
- falcetto
- lenzuolo
- cibo
- bottiglia vuota e/o vino e/o birra e/o bibita
- strumenti musicali
- quel che vi sembra serva alla sagra!

Per arrivare alla Cà del fìc

DA BERGAMO:
Usciti da Valtesse o dalla circonvallazione in direzione Val Brembana-Ponteranica-Sorisole-Almè, passate i due semafori vicini al cinema Alba (diritti). Al semaforo con cartello PONTERANICA, e a dx segnalata direzione maresana, andate A DESTRA. Dopo 30 metri non seguite per la Maresana, ma tenete la sinistra (strada principale). Fatevi un po' (1,5 km?) di strada con qualche curva, nel cui tratto troverete l'Erbamil, la farmacia, un semaforo, una coop, la Banca di credito cooperativo…. Al primo bivio serio senza semaforo girate a DESTRA, direzione Ponteranica Alta. State sulla strada principale per circa 500 metri o poco più. Sempre sulla strada principale entrate nel centro storico di Ponteranica Alta, vedete la chiesa sulla sinistra, continuate la strada principale che circumnaviga la chiesa facendo un tornante verso sinistra. Dalla chiesa in poi l'unica regola ferrea è prendere sempre la strada (via Castello) che sale (ripida!!). Dopo circa 1 km sulla vostra destra incrocerete la chiesetta di S.Rocco. Proseguite ancora per 2-300 metri ed arrivate in zona Castello della Moretta, presso la Trattoria del Moro (segnalata già da Ponteranica con debite frecce). Appena dopo la trattoria e una delle belle case di pietra, sulla sinistra trovate un parcheggio con ghiaietta, dove è probabile che troviate Scrat (il mio westfalia). Parcheggiate macchina, bici, moto. Se avete cavallo o asino o bici consona potete anche non parcheggiare. Proseguite a piedi, con bici consona o cavallo o asino per la piccola stradina asfaltata vicina al parcheggio, sulla sinistra (importante: NON a destra in “via dei boschi” e neppure sulla ripida salita asfaltata!). Dopo 100 metri circa, nei pressi di una bella casa (il castello…) e di uno spiazzietto (dove potreste incrociare il mio vespino parcheggiato), la strada diventa sentiero largo (c’è una specie di bivio giusto da pignoli, tenete ovviamente la sinistra visto che il sentiero a destra finisce in un prato dove c’è un roccolo di caccia: potrebbero spararvi!). Imboccatelo proseguendo diritti nel bosco. Dopo 2-3 minuti incontrate un albero a forma di forca quando il sentiero fa una curva a gomito a sinistra, salutatelo e proseguite. Dopo altri 2-3 minuti (circa) dall'albero trovate un bivio in cui il sentiero si stringe. Tenete la sinistra. Dopo 5-6-7 minuti, fatti un paio di gradini tra le rocce, attraversate il Morla (generalmente secco), seguite il sentiero e dopo pochi secondi… Siete arrivati alla Cà del Fìc!!!!! N.B. se venite quando è buio portate una torcia o qualcosa che faccia luce!

DA VILLA D'ALME'
Andate in direzione Bergamo, passato Petosino arrivate al semaforo di Ponteranica dove c'è il locale "Capolinea" e il "Bar Mirò", ex "Bar Panda". Girate a sx, direzione Sorisole. Tenete la strada principale (circa 1km) che fa qualche curva. Al primo incrocio stupido andate a dx, dopo pochi metri al successivo incrocio a sx. direzione Ponteranica Alta. State sulla strada principale per circa 500 metri o poco più. Sempre sulla strada principale entrate nel centro storico di Ponteranica Alta, vedete la chiesa sulla sinistra, continuate la strada principale che circumnaviga la chiesa facendo un tornante verso sinistra. Dalla chiesa in poi l'unica regola ferrea è prendere sempre la strada (via Castello) che sale (ripida!!). Dopo circa 1 km sulla vostra destra incrocerete la chiesetta di S.Rocco. Proseguite ancora per 2-300 metri ed arrivate in zona Castello della Moretta, presso la Trattoria del Moro (segnalata già da Ponteranica con debite frecce). Appena dopo la trattoria e una delle belle case di pietra, sulla sinistra trovate un parcheggio con ghiaietta, dove è probabile che troviate Scrat (il mio westfalia). Parcheggiate macchina, bici, moto. Se avete cavallo o asino o bici consona potete anche non parcheggiare. Proseguite a piedi, con bici consona o cavallo o asino per la piccola stradina asfaltata vicina al parcheggio, sulla sinistra (importante: NON a destra in “via dei boschi” e neppure sulla ripida salita asfaltata!). Dopo 100 metri circa, nei pressi di una bella casa (il castello…) e di uno spiazzietto (dove potreste incrociare il mio vespino parcheggiato), la strada diventa sentiero largo (c’è una specie di bivio giusto da pignoli, tenete ovviamente la sinistra visto che il sentiero a destra finisce in un prato dove c’è un roccolo di caccia: potrebbero spararvi!). Imboccatelo proseguendo diritti nel bosco. Dopo 2-3 minuti incontrate un albero a forma di forca quando il sentiero fa una curva a gomito a sinistra, salutatelo e proseguite. Dopo altri 2-3 minuti (circa) dall'albero trovate un bivio in cui il sentiero si stringe. Tenete la sinistra. Dopo 5-6-7 minuti, fatti un paio di gradini tra le rocce, attraversate il Morla (generalmente secco), seguite il sentiero e dopo pochi secondi… Siete arrivati alla Cà del Fìc!!!!! N.B. se venite quando è buio portate una torcia o qualcosa che faccia luce!


DAL CENTRO DI BERGAMO, IN BICI:
Percorrete tutta via XX settembre fino al semaforo in centro che incrocia via Vittorio Emanuele. Qui andate diritti, incontrando poi sulla sinistra la chiesa di S.Bartolomeo e, sulla destra, in ordine, il teatro Donizetti, la Biblioteca, la prefettura, il Liceo Artistico. Poco dopo il Liceo la strada gira a destra, voi proseguite diritti oltre i pilomat lungo la via tasso vecchia. In fondo non andate diritti altrimenti vi sfracellate contro al muro o entrate nel cortile di qualcuno, ma girate a sinistra (via Pignolo). Poco dopo incrociate una strada (credo via Verdi) trafficata (occhio!!): prendetela verso destra. Dopo circa 100 metri arrivate ad un semaforo nei pressi del parco e del Palazzetto dello sport. Girate a sinistra e proseguite per altri 100 metri fino al semaforo. A questo semaforo ci sono due strade diritte di fronte a voi: quella di destra va verso lo stadio, quella di sinistra è la strada per la perdizione o la salvezza. Prendete questa. proseguite per un bel po', circa 1,5 km, incrociando il "campo utili", la "sace", la bottega del comercio equo, un negozio di moto, la scuola delle suore francescane, la parrocchia di S.Antonio, un'altro negozio di moto, un locale brasiliano e... infine un semaforo (trafficato!). Andate diritti fino al secondo semaforo (vicinissimo al primo). Andate diritti fino al terzo semaforo (vicinissimo al secondo che era vicinissimo al primo) e qui proseguite a destra. Per non sbagliare: a questo terzo semaforo trovate sulla sinistra il negozio "Vogue" e sulla destra un negozio di intimo e, nascosto, un sexy-shop: non fermatevi perché fate tardi, ma al semaforo girate a destra. Dopo 20 metri non andate diritti in salita verso la Maresana, ma tenete la strada che gira verso sinistra. Proseguite per un bel po', circa 1,5 km, facendo qualche curva, trovando sul percorso l'Erbamil, la farmacia, un semaforo, una coop, la Banca di credito cooperativo…. Al primo bivio serio senza semaforo girate a DESTRA, direzione Ponteranica Alta. State sulla strada principale per circa 500 metri o poco più. Sempre sulla strada principale entrate nel centro storico di Ponteranica Alta, vedete la chiesa sulla sinistra, continuate la strada principale che circumnaviga la chiesa facendo un tornante verso sinistra. Dalla chiesa in poi l'unica regola ferrea è prendere sempre la strada (via Castello) che sale (ripida!!). Dopo circa 1 km sulla vostra destra incrocerete la chiesetta di S.Rocco. Proseguite ancora per 2-300 metri ed arrivate in zona Castello della Moretta, presso la Trattoria del Moro (segnalata già da Ponteranica con debite frecce). Appena dopo la trattoria e una delle belle case di pietra, sulla sinistra trovate un parcheggio con ghiaietta, dove è probabile che troviate Scrat (il mio westfalia). Parcheggiate macchina, bici, moto. Se avete cavallo o asino o bici consona potete anche non parcheggiare. Proseguite a piedi, con bici consona o cavallo o asino per la piccola stradina asfaltata vicina al parcheggio, sulla sinistra (importante: NON a destra in “via dei boschi” e neppure sulla ripida salita asfaltata!). Dopo 100 metri circa, nei pressi di una bella casa (il castello…) e di uno spiazzietto (dove potreste incrociare il mio vespino parcheggiato), la strada diventa sentiero largo (c’è una specie di bivio giusto da pignoli, tenete ovviamente la sinistra visto che il sentiero a destra finisce in un prato dove c’è un roccolo di caccia: potrebbero spararvi!). Imboccatelo proseguendo diritti nel bosco. Dopo 2-3 minuti incontrate un albero a forma di forca quando il sentiero fa una curva a gomito a sinistra, salutatelo e proseguite. Dopo altri 2-3 minuti (circa) dall'albero trovate un bivio in cui il sentiero si stringe. Tenete la sinistra. Dopo 5-6-7 minuti, fatti un paio di gradini tra le rocce, attraversate il Morla (generalmente secco), seguite il sentiero e dopo pochi secondi… Siete arrivati alla Cà del Fìc!!!!! N.B. se venite quando è buio portate una torcia o qualcosa che faccia luce!

15.4.08

benvenuto

Vittoria, per quel che contano le elezioni, dell'egoismo anche su questo fronte. In ogni caso, forse, sarebbe andata comunque così. La scelta degli elettori tuttavia lo rende esplicito. Possa almeno questo accendere il conflitto e farci sperare in un nuovo modo di vivere prima che sia davvero troppo tardi. Catastrofista? Oggi un po' sì.