disertare l'informazione per essere vivi

Così, un'idea su due piedi. Eppure mi sembra buona. Abbiamo sempre dato tutti per scontato che l'informazione, fornitaci abbondantemente non solo dalla tv, ma anche dai giornali o da internet o da qualsiasi altra fonte sia buona. Il problema è sempre stato che l'informazione fosse vera, alternativa, ecc... Ho l'impressione che, se non un errore, questo nonsia che un primo passo. La troppa informazione porta al tilt. il rischio è o la disillusione o il diventare macchiette ideologico-attiviste che vivono per informazioni che gli vengono date, e poco godono della propria vita e delle piccole storie che vi si annidano. Mi importerebbe poco, o forse anche tanto ma certo non farebbe parte della mia vita, di Sreebrenica, se non fossi stato in Bosnia anni fa, se non avessi ora incontrato Giuseppe, se non fossi stato laggiù quest'estate, se non ci fossi tornato con la 4 bri. Ora fa parte della mia vita, è tutta un'altra cosa. Non esiste se non ciò che si vive. Dunque è un'illusione che la quantità di informazioni ci renda più attenti e attivi. Conviene che le nostre informazioni siano le nostre vite, che ci impegnamo sempre più a trasformare, e le storie delle vite che incontrimo... Sono le uniche possibilità perché la vita si trasformi... Le POCHE informazioni aggiuntive e planetarei ci servono solo come bussola, come modalità per poter vivere la trasformazione personale con uno sguardo ampio eil più possibile liberato. Il resto è ancor astrumento della borghesia capitalista (di cui facciamo parte...), modalità di aumentare il rumore di fondo,n modo che i tentativi di trasformazione vera e profonda non comincino neppure... Continuiamo a creare storie che generino libertà...