15.5.06

Bergamo, la nostra via Gluk...

Chi di noi non ha miai cantato alemeno una volta questa vecchia canzone di Celentano?
Ogni volta che la sento cantare, oggi, mi viene da piangere. La nostra coscienza è arrivata sottoterra se cantiamo cose di cui non ci rendiamo conto nella vita concreta. La provincia è uno scempio della terra, costruiamo una casa dietro l'altra (peraltro spesso molto brutte) mandando a ramengo non solo la terra, ma con essa tutto l'immaginario e la storia che si porta con sé. L'ultimo groppo al cuore è l'agro tra Paladina e Valbrembo: dire che è stato violentato non è minimamente esagerazione. Un passaggio tra i campi da cui spiccavano i tetti di Paladina, la Roncola, i monti.. In un contesto di campi che nella nostra provincia, senza sfondo di industrie o centri commerciali, è più che una rarità. Dovremmo provare profonda vergogna. Credo anzi che anche di questa terra dovremmo rendere conto, oltre che della vita degli uomini. Venduta, violentata per una minestra di lenticchie, per le comodità inconsistenti e false di un progresso che, già in crisi da tempo, sembra divorare tutto nel suo ultimo scatto di rabbia, prima del crollo. Noi, come fumatori di oppio, nei nostri salotti ciechi firmiamo il nostro suicidio.