13.6.11

Mi ubriaco d'acqua

C'è davvero da ubriacarsi, oggi.
Non ci ero più abituato,
non ci eravamo più abituati.
Finalmente una folata d'aria fresca,
la speranza ci accarezza,
forse i cuori non soccombono del tutto
sotto la notte della dittatura culturale.
E' così che si vive,
così che si fa festa.
Per una volta un voto
parla della vita,
è urlo di speranza.
Bello che sia per un referendum più che per le politiche,
che sia una vittoria della società civile.
L'Italia s'è desta,
a bassa voce cantata nei luoghi
dove viviamo e sogniamo,
schiavi ma per fortuna non del tutto,
non più servi ma uomini liberi
tra pari, dove la moralità torni a far sentire la sua voce,
dove la giustizia osi riprendere la piacevolezza del suo suono.
E l'acqua, sorella nostra,
ad inebriare i nostri legami.
Acqua ad inebriarci e non altro.
Acqua che è condivisione,
che non si può dividere
e che vive dello scambio.
Grazie italiani,
sono nuovamente fiero di abitare qui.
Sotto la cenere la brace è viva,
respira.
Attendiamo il fuoco,
che venga,
che gli diamo spazio,
che canti.
Auguri a tutti,
questo sia solo l'inizio.